La ministra Giannini: «Supplenze addio con la riforma»
Giannini: niente leggi per ora, ma la nostra visione. Le possibili novità per gli insegnanti.
Il ministro Stefania Giannini la chiama «la visione del governo». Si tratta delle linee guida sulla scuola che venerdì verranno presentate in consiglio dei ministri: niente disegni di legge, niente decreti. Il premier e il ministro Giannini daranno una serie di «dritte» su quello che dovrà diventare la scuola nei prossimi anni, i provvedimenti si fanno poi, sicuramente dopo la legge di stabilità che dovrà fissare i fondi disponibili per le riforme, e per quanto riguarda la figura degli insegnanti sarà parte della discussione per il prossimo contratto di categoria, l’anno prossimo.
Non ci saranno riforme dei cicli (medie, liceo quadriennale), si ribadirà la centralità di provvedimenti già presi da precedenti governi (il piano per lo sport, le lezioni di coding per quanto riguarda l’informatica, il ripristino della geografia come materia di studio in alcuni indirizzi superiori, l’approfondimento dell’inglese, l’allargamento del wifi a tutte le scuole, l’alternanza scuola-lavoro, il potenziamento dell’apprendimento non frontale). Si tratta di provvedimenti che finora non hanno coperto l’intero numero di scuole sul territorio nazionale e che dovranno essere in parte rifinanziati.
Non ci saranno riforme dei cicli (medie, liceo quadriennale), si ribadirà la centralità di provvedimenti già presi da precedenti governi (il piano per lo sport, le lezioni di coding per quanto riguarda l’informatica, il ripristino della geografia come materia di studio in alcuni indirizzi superiori, l’approfondimento dell’inglese, l’allargamento del wifi a tutte le scuole, l’alternanza scuola-lavoro, il potenziamento dell’apprendimento non frontale). Si tratta di provvedimenti che finora non hanno coperto l’intero numero di scuole sul territorio nazionale e che dovranno essere in parte rifinanziati.
Supplenze
Quel che è certo è che il provvedimento che farà più discutere sarà l’eliminazione delle supplenze. Come ha ribadito la Giannini nel meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini. «Le supplenze - ha detto - vanno riconsiderate perché si sa già dall’inizio dell’anno scolastico quali sono i posti da sostituire stabilmente. «I supplenti non saranno eliminati fisicamente - ha ironizzato Giannini - come vedrete». L’obiettivo è quello di «ragionare in termini di organico funzionale e non di organico di diritto che si distingue dall’organico funzionale».
Visione
Ma la parte principale delle linee guida di cui si parlerà venerdì riguarda gli insegnanti: «Il 29 agosto sarà l’occasione per presentare la visione del nostro Governo sui temi dell’ istruzione e in particolare della scuola, a cui seguirà poi un provvedimento che è in costruzione da mesi - ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ai microfoni di Sky Tg24 - Il fatto che si pensi che Italia di domani dipenda dalle scelte sull’istruzione è veramente una svolta rivoluzionaria».
Contratto
L’idea è quella di arrivare al contratto del 2015 portando diverse figure professionali per la scuola, o di cambiare in parte le mansioni di alcuni insegnanti che potranno coordinare progetti o parti dei percorsi formativi, di accorciare il percorso di ingresso nella carriera di insegnante con una parte pratica di tirocinio che sia reale e non formale come avviene ora. La parte più corposa, se si riusciranno a reperire le risorse, potrebbe riguardare il cosiddetto organico funzionale che già il ministro Profumo aveva provato a introdurre senza però portare a termine la riforma. Si tratterebbe di ridurre il numero di precari, integrando anche i supplenti (per una quota) nell’organico vero e proprio: «Vogliamo abolire il precariato e le supplenze che non servono né a chi le fa né a chi le riceve», ha detto ieri il ministro. Infine, visto che da settembre andrà a regime una parte importante del sistema di valutazione e autovalutazione delle scuole , si penserebbe di dare maggiore autonomia ai presidi «virtuosi»: si tratta sempre a oggi di reperire i fondi con cui questa autonomia potrà essere esercitata.
I sindacati per ora sono guardinghi sulle indiscrezioni che trapelano dal ministero e da Palazzo Chigi. «Non la chiamerei una riforma, sembrano più che altro tanti interventi scollegati l’uno dall’altro che fanno pensare più a uno spot che a un piano di riorganizzazione del sistema scolastico», sottolinea all’Agi Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil. Resta infine quota 96: il decreto per risolvere il pasticcio di quota 96 (i 4000 insegnanti che avrebbero dovuto ottenere la possibilità di andare in pensione con i requisiti pre-riforma Fornero) promesso da Renzi all’inizio di agosto potrebbe anche non essere presentato nel consiglio dei ministri di venerdì.
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I conti (sbagliati) in tasca
Per ogni straniero ospite,35 euro al giorno. Questa la cifra che lo Stato versa a chi si occupa dell’accoglienza dei profughi. Non è un mistero. Il bando, al quale tutti potevano partecipare, è stato
pubblicato un mese fa sul sito della prefettura.
In estrema sintesi, diceva così.
Per 35 euro al giorno pro-capite,la prefettura è alla ricerca di qualcuno che sia pronto ad accogliere,
oltre a quelli già ospitati nella Bergamasca (che erano già 128) un imprecisato numero di profughi per
un periodo di tempo non meglio specificato, senz’altro fino a fine dicembre, ma con tutta probabilità
per tutto il 2015.
Per ciascun profugo occorre trovare un posto adeguato per l’ospitalità, pulito, disinfestato,
derattizzato; erogare pasti regolari e conformati alle abitudini religiose degli ospitati, con l’utilizzo
di alimenti di «prima qualità »;fornire a ciascuno letto, materasso,lenzuolo, federa, vestiti puliti,
prodotti per l’igiene personale;garantire una diaria di 2,5 euro a testa e una tessera telefonica
di 15 euro all’ingresso;e poi naturalmente occuparsi di tutti i servizi volti all’integrazione:
corsi di italiano, mediazione culturale, assistenza sociopsicologica,assistenza sanitaria,
orientamento; inviare alla prefettura un report giornaliero e una relazione mensile.
Tutto questo per 35 euro pro-capite al giorno (dieci in meno di quanto concedeva Maroni quando
era al Viminale, durante l’emergenza Nord Africa)
Ora, in questi giorni offuscati dalla pioggia e dalle contese ideologiche che hanno trasformato
un tranquillo e semisconosciuto centro ambientale, la Cà Matta,in un fortino assediato dagli
Apache, sono circolati in rete, sui volantini, nei bar, vari «conti della serva» (con tutto il rispetto per
le serve) che insinuano chissà quali affari per i gestori dell’accoglienza.
I volantini sono poi finiti sul tavolo della conferenza stampa della Lega, ieri pomeriggio,
dove è stato detto, in buona sostanza, che chi gestisce l’accoglienza potrebbe arrivare a guadagnare
fino al 30 per cento di quanto passa lo Stato.
Senza entrare nel merito di tutti i numeri, è però appena il caso di citare, a titolo esemplificativo
di un certo stile
approssimativo,il caso di un foglio, sempre firmato Lega, in cui il costo mensile
degli operatori, 3.000 euro lordi,è calcolato, evidentemente,senza considerare i turni sulle 24 ore e
la possibilità (come avviene in realtà) di ospitare i profughi in più strutture, e quindi della necessità
di avere più operatori al lavoro contemporaneamente.
Infine, una considerazione vale più di mille conti, giusti o sbagliati che siano: se davvero il bando era così allettante da garantire un guadagno del 30%,come mai hanno partecipato solo due gestori (Caritas-Ruah e
Rinnovamento dello Spirito) e un solo albergatore?
E come mai in altre città lombarde i bandi sono addirittura andati deserti?
Paolo Doni - l'Eco di bergamo,22.8.2014
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Rifugiati, nuovo attacco della Lega
«L’accoglienza è un vero business»
È stata presentata ufficialmente ieri
la campagna di informa-
zione della Lega Nord relativa ai costi
dell’immigrazione che verrà promos-
sa in tutta la Bergamasca entro un paio
di giorni.
Tra volantini, manifesti e social network,
il Carroccio sottolinea i dati relativi
all’operazione di accoglienza che
da ottobre 2013 ha portato in Italia oltre
100 mila profughi.
«Per queste persone – spiega Daniele
Belotti, segretario provinciale della Lega – ,
lo Stato versa a ciascuno 35 euro per
un totale giornaliero di 3,5 milioni e un
costo annuo pari a 1,277 miliardi.
A Bergamo i profughi, ospitati
dalla Caritas e da varie cooperative, sono 355 per
un costo annuo di 4,5 milioni di euro».
La cifra giornaliera comprende i
costi dei pasti, dell’assistenza igienica,
dei vestiti, di una ricarica
telefonica di 15 euro al momento dell’arrivo e di 2,5
euro in buoni consumazione e,
secondo il Carroccio, le cooperative che si
occupano dell’ospitalità di queste
persone riuscirebbero ad avere un utile pari al
25 per cento.
Gli
alberghi
«Se gli albergatori privati– continua
Belotti – decidono di ospitare immigrati al
posto dei turisti vuol dire che ricavano un
guadagno.
Quindi crediamo che anche chi vince
i bandi della Prefettura, come cooperative
e Caritas, ottengano dei ricavi:
non vogliamo più sentire dire che si tratta di
accoglienza senza lucro, ormai si ricavi:
non vogliamo più sentire dire che si
tratta di accoglienza senza lucro,
ormai si tratta di un vero business.
Invitiamo quindi gli appaltatori
del servizio di ospitalità a comunicare
pubblicamente il loro bilancio analitico,
con relativo utile e perdite, in merito alla
gestione degli ospiti immigrati,al
fine di dare massima trasparenza a un intervento
finanziario oneroso per i contribuenti».
Critiche
al prefetto
Oltre alla campagna informativa,è
stata presentata una mozione che i consiglieri
leghisti presenteranno in tutti i
Consigli comunali della provincia e non sono
mancate anche critiche al prefetto
Francesca Ferrandino:
«Chiediamo al prefetto – conclude
il segretario – di avere più rispetto verso gli
amministratori locali che sono stati
eletti dai cittadini e soprattutto chiediamo che
ci sia il consenso da parte del sindaco per
poter occupare una struttura, cosa
che purtroppo non avviene, come
abbiamo potuto vedere a Sedrina.
Chiediamo infine l’impegno dei sindaci a non concedere
strutture comunali
per l’ospitalità di immigrati in
attesa dello stato di rifugiato».
Laura Arrighetti l’Eco di
Bergamo,22.8.2014
Il vero business e' il magna-magna che i vari Bossi e company stanno facendo a quattro ganasce con tutti i soldi che si mettono in tasca loro alla faccia nostra e di tutti gli immigrati.
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