Questo potrebbe essere il titolo del pamphlet distribuito in questi giorni dalla nuova El@, capitanata da Biffi e Cattaneo. Ancora una volta, si ribadisce che la colpa della caduta anticipata dell’amministrazione nel 2016 è di Arrigoni e Posa, oltre che dai consiglieri di minoranza Milesi e Carsaniga. Il messaggio è molto chiaro: siamo stati mandati a casa, non perché abbiamo combinato una lunga serie di pasticci ed errori, ma per colpa di due consiglieri di maggioranza capricciosi e vendicativi (Arrigoni e Posa) e dei due consiglieri di minoranza (Carsaniga e Milesi), che hanno votato contro il bilancio e il consuntivo. Sorprende che, dopo quasi un anno dall'evento ancora non abbiano metabolizzato il colpo! Anzi, il nuovo gruppo El@, alla sua prima uscita pubblica con un volantino per ripresentarsi alla cittadinanza, esordisce rivangando il passato e fornendo giustificazioni alquanto confuse. Vale la pena ricordare che la El@ originaria rivendicava in politica maggiore trasparenza, correttezza, rispetto della legalità e tutela dell’interesse dei cittadini e, chi è rimasto fermo su queste posizioni, non poteva certo accettare queste stravaganti interpretazioni dei motivi che hanno determinato il fallimento dell’Amministrazione Biffi.
I motivi del fallimento sono altri, imputabili solo ed esclusivamente all’ignoranza delle regole, all’arroganza di chi si sentiva al di sopra delle critiche, all’incompetenza ed alla presunzione nel non accettare moniti e osservazioni costruttive.
Ci dispiace solo non aver capito prima che i sigg. Biffi e Cattaneo erano personaggi di questo tipo e che avrebbero creato solo guai all’Amministrazione comunale. Quando tutto ciò è emerso, ormai era troppo tardi.
Dalla lettura del volantino, emerge in modo lampante che le idee esposte sono molto confuse e la ricostruzione dei fatti poco chiara, in quanto si usano frasi e slogan che rendono piuttosto fumosi i temi affrontati.
Cerchiamo di capire e sviscerare gli argomenti uno a uno, per fare ordine e fornire il nostro oggettivo e non polemico punto di vista. Come sempre le nostre riflessioni sono supportate da dati e fatti documentati che la nuova El@ non ha né citato né prodotto.
Iniziamo dal problema di maggiore evidenza, incompetenza gestionale che ha portato allo sforamento del patto di stabilità per 219.000,00 euro.
Sforamento patto di stabilità (219.000,00 euro).
Dal volantino si legge:
Lo sforamento è avvenuto per 2 motivi;
1. Ripristino via Al Porto (Centro Don Bosio) causa smottamento sede stradale 110.000,00 euro.
2. Il mancato contributo regionale dovuto a errori procedurali della precedente amministrazione ammonta ad euro 64.000,00 di sanzione più euro 62.000,00 di mancato ribasso nell’aggiudicazione dei lavori. Totale 236.000,00 euro.
Lo sforamento ha comportato, quale sanzione, (ridotta dell’80%) una riduzione delle spese correnti per l’anno 2016 di 65.700,00 euro. E’ evidente pensiamo, che il ripristino della via Al Porto fosse un’opera inderogabile ed il suo ripristino ha consentito anche la riapertura della colonia del Centro Don Bosio altrimenti inagibile. Precisiamo che detti lavori sono stati totalmente “PAGATI” ed abbiamo anteposto la cura e conservazione del nostro territorio, all’osservanza di disposizioni assurde.
1. Ripristino via Al Porto (Centro Don Bosio) causa smottamento sede stradale 110.000,00 euro.
2. Il mancato contributo regionale dovuto a errori procedurali della precedente amministrazione ammonta ad euro 64.000,00 di sanzione più euro 62.000,00 di mancato ribasso nell’aggiudicazione dei lavori. Totale 236.000,00 euro.
Lo sforamento ha comportato, quale sanzione, (ridotta dell’80%) una riduzione delle spese correnti per l’anno 2016 di 65.700,00 euro. E’ evidente pensiamo, che il ripristino della via Al Porto fosse un’opera inderogabile ed il suo ripristino ha consentito anche la riapertura della colonia del Centro Don Bosio altrimenti inagibile. Precisiamo che detti lavori sono stati totalmente “PAGATI” ed abbiamo anteposto la cura e conservazione del nostro territorio, all’osservanza di disposizioni assurde.
Lo sforamento del patto di stabilità non deriva da fattori contingenti, come quelli indicati, ma da una gestione gravemente lacunosa delle finanze pubbliche. Capiamo che Biffi e Cattaneo non abbiano ancora ben compreso la gravità della loro azione e continuino a difendere strenuamente il loro operato. Ciò che stupisce e preoccupa è che ben 11 potenziali nuovi consiglieri avvallino queste affermazioni e aderiscano a questa visione della gestione delle finanze pubbliche. Dicono di aver anteposto la cura e la conservazione del nostro territorio, all’osservanza di disposizioni assurde.
Cosa significa? Che le leggi possono essere bellamente ignorate e non rispettate sulla base dell’arbitrio dell’amministratore di turno che decide cosa siano e cosa non siano cura e conservazione del territorio. È un’affermazione gravissima, che speriamo vivamente non sia condivisa da tutti i componenti della nuova compagine di El@.
Cosa significa? Che le leggi possono essere bellamente ignorate e non rispettate sulla base dell’arbitrio dell’amministratore di turno che decide cosa siano e cosa non siano cura e conservazione del territorio. È un’affermazione gravissima, che speriamo vivamente non sia condivisa da tutti i componenti della nuova compagine di El@.
Ma ora entriamo nel merito e spieghiamo in cosa consiste il Patto di stabilità e come opera, cosicché tutti possano trarre le loro conclusioni e rendersi conto dell’inesattezza e approssimazione della ricostruzione di El@.Il cosiddetto Patto di stabilità deriva da un accordo stipulato e sottoscritto nel 1997 da tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, finalizzato al controllo delle rispettive politiche di bilancio pubblico. Tradotto, significa che gli Stati membri, se vogliono continuare a far parte della Ue, sono costretti a rispettare due vincoli precisi:
1) un deficit pubblico non superiore al 3% del Pil;
2) un debito pubblico inferiore al 60% del Pil, o comunque tendente al rientro in relazione al Pil (che può significare debito invariato, ma aumento del Pil).
I Paesi che sforano rischiano una sanzione che può ammontare fino allo 0,5% del Pil nazionale.
Per rispettare queste prescrizioni, a cui anche l’Italia nel 1997 ha deciso di sottostare, ogni Stato membro doveva individuare le misure più consone.
Nel nostro Paese, si è scelto di applicare la regola, poi più volte variata, del PATTO DI STABILITA’ INTERNO, pe tenere otto controllo il bilancio degli enti pubblici.
1) un deficit pubblico non superiore al 3% del Pil;
2) un debito pubblico inferiore al 60% del Pil, o comunque tendente al rientro in relazione al Pil (che può significare debito invariato, ma aumento del Pil).
I Paesi che sforano rischiano una sanzione che può ammontare fino allo 0,5% del Pil nazionale.
Per rispettare queste prescrizioni, a cui anche l’Italia nel 1997 ha deciso di sottostare, ogni Stato membro doveva individuare le misure più consone.
Nel nostro Paese, si è scelto di applicare la regola, poi più volte variata, del PATTO DI STABILITA’ INTERNO, pe tenere otto controllo il bilancio degli enti pubblici.
Come funziona. Nello specifico, oggi, il funzionamento del patto di stabilità interno può essere semplificato in questo modo: nel bilancio annuale dell’ente, le entrate e le uscite devono essere perfettamente pari. Tanto entra, tanto esce. Se diminuiscono le uscite, devono diminuire anche le entrate.
Per esempio. Un Comune prevede entrate (tra tasse comunali, vendita d’immobili e altre possibili voci) dal valore 100 e, conseguentemente, prevede uscite per i servizi ai cittadini dal costo di 100.
Qui s’innesta un problema: per legge, la pubblica amministrazione non può pagare i lavori in anticipo, per questioni di trasparenza, ed è dunque costretta a pagare le imprese mano a mano che i lavori avanzano.
Capita così che i lavori, dal costo 100, invece che finire nello stesso anno di bilancio relativo alle entrate 100, finiscano l’anno successivo.
In questo caso però, i soldi risparmiati nell’anno in corso e ancora nelle casse comunali, proprio per il patto di stabilità, non possono essere aggiunti alle entrate dell’anno successivo, ma devono essere obbligatoriamente accantonati e resi intoccabili, perché andranno conteggiati come disponibilità della pubblica amministrazione e per dimostrare l’abbassamento del deficit pubblico.
L’anno successivo, il Comune avrà altre spese previste e le entrate dovranno essere pari a quelle.
Rimangono, tuttavia, i lavori non ancora conclusi dall’anno prima che devono essere pagati. Si entra così in un circolo vizioso che porta, logicamente, ai ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Esse, infatti, avrebbero anche la disponibilità economica ai pagamenti, ma se la vedono “congelata” dal patto di stabilità sottoscritto in Europa 17 anni fa.
Cosa fare per non sforare il Patto di Stabilità. Per non sforare, prima di tutto bisogna capire bene il meccanismo, cosa che pare non sia ancora avvenuta da parte dei reduci di El@ della passata amministrazione.
In secondo luogo, è necessario programmare con intelligenza gli interventi ed è un’impresa assai ardua per chi è abituato ad improvvisare, come ha dimostrato la Giunta guida Biffi & Cattaneo.
È ormai chiaro che il primo passo per gestire in modo corretto, visto che non si può spendere più di quanto si incassa, bisogna programmare le entrate e le uscite oculatamente: a fronte di una entrata di 100 euro, la spesa nell’anno deve essere di 100.
Questo cosa comporta la necessità di dotarsi di un programma degli investimenti preciso e dettagliato nei contenuti, nei tempi e nei modi di realizzazione delle opere, basato su un’analisi di bilancio che indichi la quantità delle risorse finanziarie reperibili ed il periodo in cui siano disponibili.
È necessaria una struttura tecnica capace di operare in tempi stretti, per far sì che a fine anno non ci siano “avanzi di amministrazione”.
Creare questo meccanismo non è assolutamente semplice, ma, per dovere di cronaca, va ricordato che Villa d’Adda è l’unico Comune in Provincia di Bergamo ad aver sforato il patto. Ciò significa che è un’impresa difficile, ma non certo impossibile.Se tutti gli altri Comuni della Provincia ci sono riusciti, forse il problema è stato sottovalutare, ignorare e minimizzare i moniti e i segnali di pericolo, che venivano segnalati sia da revisore dei conti, sia da alcuni consiglieri.
Cosa succede se il patto di stabilità non viene rispettato?La Legge 183/11, all’articolo 31, co. 26 prevede che nell’anno successivo a quello dell’inadempienza l’ente locale:
1. sia assoggettato ad una riduzione del fondo di solidarietà in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato. Con il Decreto Legge decreto legge 24 giugno 2016, n. 113 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n. 160 (G.U. Serie generale n. 194 del 20/8/2016) ha ridotto la sanzione al 30% ( da €. 219.000,00 a 65.500,00
In secondo luogo, è necessario programmare con intelligenza gli interventi ed è un’impresa assai ardua per chi è abituato ad improvvisare, come ha dimostrato la Giunta guida Biffi & Cattaneo.
È ormai chiaro che il primo passo per gestire in modo corretto, visto che non si può spendere più di quanto si incassa, bisogna programmare le entrate e le uscite oculatamente: a fronte di una entrata di 100 euro, la spesa nell’anno deve essere di 100.
Questo cosa comporta la necessità di dotarsi di un programma degli investimenti preciso e dettagliato nei contenuti, nei tempi e nei modi di realizzazione delle opere, basato su un’analisi di bilancio che indichi la quantità delle risorse finanziarie reperibili ed il periodo in cui siano disponibili.
È necessaria una struttura tecnica capace di operare in tempi stretti, per far sì che a fine anno non ci siano “avanzi di amministrazione”.
Creare questo meccanismo non è assolutamente semplice, ma, per dovere di cronaca, va ricordato che Villa d’Adda è l’unico Comune in Provincia di Bergamo ad aver sforato il patto. Ciò significa che è un’impresa difficile, ma non certo impossibile.Se tutti gli altri Comuni della Provincia ci sono riusciti, forse il problema è stato sottovalutare, ignorare e minimizzare i moniti e i segnali di pericolo, che venivano segnalati sia da revisore dei conti, sia da alcuni consiglieri.
Cosa succede se il patto di stabilità non viene rispettato?La Legge 183/11, all’articolo 31, co. 26 prevede che nell’anno successivo a quello dell’inadempienza l’ente locale:
1. sia assoggettato ad una riduzione del fondo di solidarietà in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato. Con il Decreto Legge decreto legge 24 giugno 2016, n. 113 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n. 160 (G.U. Serie generale n. 194 del 20/8/2016) ha ridotto la sanzione al 30% ( da €. 219.000,00 a 65.500,00
2. non possa impegnare spese correnti in misura superiore all’importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio;
3. non possa ricorrere all’indebitamento per gli investimenti, a tal fine i mutui e i prestiti obbligazionari posti in essere con istituzioni creditizie o finanziarie per il finanziamento degli investimenti, devono essere corredati da apposita attestazione da cui risulti il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno per l’anno precedente;
4. non possa procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. È fatto parimenti divieto agli enti di stipulare contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della presente disposizione;
5. sia tenuto a rideterminare le indennità di funzione ed i gettoni di presenza degli amministratori con una riduzione del 30 per cento rispetto all’ammontare risultante alla data del 30 giugno 2010.
In tutta questa vicenda chi ci rimette?? Ovviamente I cittadini. Tradotto in soldoni, nel corso dell’anno 2016 ci sono state ridotte le entrate di 65.700,00. Tutto a causa di pressapochismo, superficialità e arroganza.
Non abbiamo potuto sostituire il bibliotecario e l’operatore ecologico, che sono andati in pensione, e non si sono potuti fare investimenti.
Il tutto perché la premiata ditta Biffi e Cattaneo, nel delirio del fare, ha violato le regole della contabilità.
Non abbiamo potuto sostituire il bibliotecario e l’operatore ecologico, che sono andati in pensione, e non si sono potuti fare investimenti.
Il tutto perché la premiata ditta Biffi e Cattaneo, nel delirio del fare, ha violato le regole della contabilità.
Naturalmente non temiamo confronti con personaggi che usano la demagogia per riconquistarsi il “potere”. Cogliamo l’occasione per lanciare una sfida ai nuovi rappresentanti di El@: un incontro pubblico di chiarimento per spiegare ai cittadini, in modo chiaro ed in contraddittorio, i veri motivi del fallimento della Amministrazione Biffi e Cattaneo che stanno sostenendo. Noi siamo pronti.
Appunto: Ignoranza,arroganza,incompetenza!
RispondiEliminaEcco il mix di "doti" con cui hanno amministrato Biffi e Cattaneo.
Ed ora a queste "doti" aggiungono pure la FACCIA TOSTA ricandidandosi.....
Mamma mia che pena fanno!!!!!!
Se questo è l'inizio mi immagino il proseguo. Adesso si capisce perché le menti pensanti vi hanno abbandonato. Se tutti quelli che hanno fatto la storia di ela se ne sono andati e siete rimasti solo voi un motivo ci sarà.
RispondiEliminaNon ho parole, speriamo che questa nuova lista "filadda" sia più trasparente e non si incammini su questi sentieri cosi pericolosi, vogliamo gente seria che sappia amministrare bene il comune e che non pensi solo alla cadrega, quindi forza e coraggio Filadda vi stiamo aspettando per votarvi e mettervi alla prova!!!!!
RispondiEliminatantissima rabbia perché non sono riusciti nei loro intenti lobbistici, con anche gravi conflitti di interessi; confusione: in quanto trattavano l'amministrare pubblico come se fosse di loro proprietà, artigiani e loro aziende compiacenti, funzionari zittiti, cittadini sudditi. Meno male che a volte la legalità fa il suo dovere ed ogni nodo viene al pettine.
RispondiEliminaA proposito di conflitti d'interessi,a quanto pare tra i loro candidati sembra ci sia ancora l'assessore che era in debito col comune.
EliminaEvidentemente è proprio una loro prerogativa infischiarsene delle regole.
Io rammento all'assessore in questione che anche avere debiti con le partecipate del comune è conflitto d'interessi. CAPITO!!!
EliminaMa il Chioso con chi pensa di avere a che fare?? Crede ancora che ci sia gente che si fa fregare dalla sue palle? Povero illuso. Avanti il nuovo il vecchio ha dimostrato quello che vale. Solo asfaltare. Dove sono le attenzioni per il sociale, per la scuola, per rendere i servizi più efficienti e a costi inferiori. Certo dire che abbiamo asfgaltato le strade è facile basta dirlo all'impresa di turno con due camion ed una finitrice il tutto è fatto. Il difficile arriva quando bisogna ragionare, programmare, costruire il futuro di una comunità.
RispondiEliminaVedo che nessuno di ela risponde. Gli si è impastata la lingua o non hanno argomentazioni per controbattere. In entrambi i casi la miseria abbonda. Aspetto con trepidazione la seconda puntata.
RispondiEliminanel volantino di ELA il cios ed il barat si ripropongono di ricandidarsi, mi chiedo ma sono sicuri di poterlo fare? hanno guadagnato un accertamento dalla corte dei conti ed hanno da versare dei soldoni all'amministrazione che dovranno se eletti governare, questo non è conflitto di interessi?
RispondiEliminaHo visto che avete eliminato un commento. Io spero che Martina Arrigoni nella nuova lista Filadda ricopra posti di grande responsabilità. Ha dimostrato di essere capace, seria, rispettosa delle leggi e dei soldi dei contribuenti. Davvero una bella persona. C'è bisogno di aria nuova, quando si sente dire in giro che Ela sarà ancora rappresentata ai vertici da Biffi e Cattaneo, due settantenni che hanno dimostrato di aver portato una amministrazione sull'orlo del baratro, mi viene l'orticaria.
RispondiEliminaIl commento è stato eliminato perché insulso e sicuramente opera di un burlone o,più probabilmente,di un emerito imbecille!
EliminaHo visto sul blog della concorrenza che fra i supporter c'è una persona "fantasma" che non ha pubblicato la foto. Ha forse paura di farsi riconoscere???
RispondiEliminaVisto! Probabilmente si è rotta la macchina fotografica.
EliminaNel volantino si sono dimenticati di inserire come debito fuori bilancio quello
RispondiEliminadella stazione ecologica. Entro fine anno ne usciranno altri.
cosa ne pensare?
L.E.O
è un'altra grana targata Biffi & Co.
EliminaHo letto anch'io la delibera. Non ho capito bene perché con Biffi costava 600.000 euro e dopo l'intervento del commissario 290.000
RispondiElimina.Magari non ho capito bene, qualcuno potrebbe spiegare?
Ringraziamo il gentile lettore del commento, provvederemo alla verifica e daremo risposta.
EliminaAlla meschina persona che in questi giorni si accanisce ad inviarci commenti con minacce ed intimidazioni rispondiamo che non ci spaventa,perché mostra inconfondibilmente di essere dotata del coraggio dei vigliacchi!
RispondiEliminaSe non le garba la nostra scelta di non pubblicare le sue stupide esternazioni,la invitiamo vivamente ad aprirsi un suo personale blog nel quale riversare liberamente tutto il suo livore,ma soprattutto la sua immensa ignoranza.
Su l'Eco di Bergamo di oggi leggo che sembra che la lista Filadda potrebbe candidare come sindaco l'ex vigile Giulio Scacchetti.
RispondiEliminaPenso sia un'ottima scelta,perché persona che sicuramente saprebbe come ben destreggiarsi nei meandri amministrativi.
Penso anche che contro di lui Biffi e Cattaneo avrebbero ben poche speranze di spuntarla.
finalmente esce allo scoperto qualche nome di Filadda, l'ex vigile è certamente persona qualificata e di comprovata legalità che Villa d'Adda ha oggi bisogno.
EliminaSecondo me con Scacchetti sarebbe bello vedere anche Stefano Castelletti e Posa Antonio. Questa sarebbe veramente una squadra esplosiva dove la LEGALITA' tornerebbe ad essere padrona del governo della cosa pubblica. Certamente sono persone che rispetto a Cattaneo e Biffi sono su un altro pianeta. Pensare alla esperienza amministrativa e gestionale di Scacchetti e Castelletti, alla serietà, competenza e onestà di Arrigoni Martina, alla capacità manegeriale di Posa unita alla voglia di fare di gente nuova e non sarebbe un gran colpo.
RispondiEliminaSCACCHETTI, POSA, CASTELLETTI, ARRIGONI, per iniziare, altri a seguire, sono il poker vincente, per il bene del paese, spero ci siano tutte.
EliminaScacchetti sindaco e gli altri tre in Giunta!
EliminaSarebbe un'Amministrazione coi fiocchi!
uno studente in giurisprudenza in lista con Biffi? forse è la volta buona che ci sia legalità nel loro amministrare, oppure come da buon soldatino non potrà sollevare obiezioni e o delucidazioni perché comanderanno loro?
RispondiEliminaHo visto che nella lista ela ci sono personaggi che nel recente passato hanno criticato pesantemente il comportamento di Biffi e Cattaneo ed adesso si sono messi in lista. Complimenti per la coerenza.
RispondiEliminaGià la volta scorsa c'era una studente in giurisprudenza (che quando ha capito con chi si accompagnava ha preso le distanze). Di fatto avendo ragione visti i 5 debiti fuori bilancio, lo sforamento del patto di stabilità, le opere pubbliche franate. Chissà se dopo qualche mese lo studente non si renda conto anche lui con chi ha a che fare. Per capire con chi ha a che fare basterebbe si leggesse la storia del paese degli ultimi tre anni per farsi un idea o parlare con Martina e Posa per sentire anche la loro campana.
RispondiEliminaIn questo post avete scritto:
RispondiElimina"Naturalmente non temiamo confronti con personaggi che usano la demagogia per riconquistarsi il “potere”. Cogliamo l’occasione per lanciare una sfida ai nuovi rappresentanti di El@: un incontro pubblico di chiarimento per spiegare ai cittadini, in modo chiaro ed in contraddittorio, i veri motivi del fallimento della Amministrazione Biffi e Cattaneo che stanno sostenendo. Noi siamo pronti."
Credo che si guarderanno bene dall'accetare questa sfida!
Sono bravi solo a buttar fumo negli occhi agli ingenui che ancora credono alle loro panzane.
C’è in giro il chioso che gongola per aver fatto un colpo grosso, è riuscito ad allineare alle sue idee uno studente giurisprudenziale. Sono dispiaciuto che con tanta disinvoltura il giovane lo abbia assecondato, vorrei solo invitarlo ad uno studio approfondito degli atti amministrativi sul perché è caduta l’amministrazione Biffi. In Ela erano tutti molto allineati, affiatati, entusiasti della vittoria, hanno vinto perché ha perso INSIEME PER VILLA D’ADDA. Perché qualcuno si è poi via via defilato? Nel programma elettorale si proclamava a bocca piena LEGALIA’, CONDIVISIONE, PARTECIPAZIONE non è iniziata cosi la legalità era solo un aggettivo, la condivisione e la partecipazione erano sinonimi di perditempo, le risposte erano “ siete invidiosi perché abbiamo vinto noi per cui comandiamo noi” BRAVI. Qualcuno che dal principio non credeva a queste affermazioni se ne è andato in seguito, i rimasti dovevano: sistemare i loro immobili, sistemare stradine che raggiungevano i loro terreni, sistemare i fossati di cui impropriamente se ne erano impadroniti, sistemare i debiti, sistemarsi professionalmente. Chi se ne è andato non ha tradito Ela, non ha semplicemente barattato con questi amministratori la trasparenza e la legalità, certo loro raccontano bene del tradimento di due consiglieri di cui uno prima assessore e vicesindaco, non dicono le motivazioni, si trincerano solo dietro spettri del decidere ed amministrare altrimenti rispettando le regole non se ne fa mai nulla; con queste affermazioni hanno e stanno illudendo tanti cittadini. Carissimo studente chiediti ed informati sulla onestà e trasparenza dei tuoi colleghi di lista troverai pochissima sincerità perché ancora oggi hanno in animo e stanno bene attenti a non dirlo, di portare a compimento i loro progetti personali e parentali, e chi se ne frega dei cittadini della legalità anche se la proclamano, della democrazia, partecipazione e condivisione chi c’è c’è gli altri compresi quelli che non si allineano sono tutti invidiosi. M.R. avrò sicuramente il piacere di condividere quanto ho sopra esposto, voglio solo raccomandarti per il tuo futuro professionale di non scottarti, queste ustioni rimangono.
RispondiEliminaComunque buone elezioni.
Sparate sugli altri ma non avete ancora comunicato la vostra lista, sveglia, siamo curiosi di sapere chi garantirà la LEGALITA a Villa d'Adda.
RispondiEliminaEh,eh,eh.....
EliminaTi piacerebbe,vero?
Aspetta e intanto.....rosica!!!!!!!!
Nostra ??????? NOI NON SIAMO IN CORSA PER LE ELEZIONI. Noi abbiamo sbagliato a sostenere Biffi e Cattaneo le scorse elezioni per questo abbiamo deciso di non scendere in campo ma di rimanere custodi di un utopia " LEGALITA', ONSESTA' INTELLETTUALE E TRASPARENZA" che per Ela 1.0 erano UN COMANDAMENTO, per Ela 2.0 FASTIDIO.
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