Nella prima puntata del nostro focus sul patto di stabilità abbiamo cercato di far capire come funziona questo complesso istituto giuridico. Il patto di stabilità interno è un sistema che tiene conto di una serie di fattori finanziari e di programmazione istituzionale che non possono essere certo gestiti in modo approssimativo e con superficialità.
Nella seconda puntata, cercheremo di capire se e come gli amministratori di El@ erano a conoscenza del problema e del perché non hanno fatto nulla per gestirlo.
Presupposto è che il patto di stabilità impone di non spendere più di quanto si incassa nell’anno, quindi in tutte le varie fasi della gestione del bilancio è necessario monitorare attentamente gli equilibri per evitare sconfinamenti.
Ricostruendo tutta la vicenda del patto, si arriva alla conclusione che la giunta Biffi ha sforato il patto per incapacità e incompetenza gestionali.
Il fatto più grave è che era a conoscenza dei rischi che correva, perché è stata ripetutamente avvisata. Ma, viste poi le conclusioni, ha scelto di continuare imperterrita per la strada che conduceva allo sforamento.
Risultato finale: unico Comune in Provincia di Bergamo ad aver sfondato il patto, sanzione di 219.000 euro, ridotta poi a 65.700, che comunque gravano sui Villadaddesi.
Ma il fatto più grave è che cerchino di mascherare la loro incapacità accusando il fato e le amministrazioni passate di aver determinato il buco.
Dal volantino elettorale di El@ si legge:
Lo sforamento è avvenuto per 2 motivi;
1. Ripristino via Al Porto (Centro Don Bosio) causa smottamento sede stradale 110.000,00 euro.
2. Il mancato contributo regionale dovuto a errori procedurali della precedente amministrazione ammonta ad euro 64.000,00 di sanzione più euro 62.000,00 di mancato ribasso nell’aggiudicazione dei lavori. Totale 236.000,00 euro.
Lo sforamento ha comportato, quale sanzione, (ridotta dell’80%) una riduzione delle spese correnti per l’anno 2016 di 65.700,00 euro. E’ evidente pensiamo, che il ripristino della via Al Porto fosse un’opera inderogabile ed il suo ripristino ha consentito anche la riapertura della colonia del Centro Don Bosio altrimenti inagibile. Precisiamo che detti lavori sono stati totalmente “PAGATI” ed abbiamo anteposto la cura e conservazione del nostro territorio, all’osservanza di disposizioni assurde.
Per chi ha tempo e voglia di approfondire vediamo di spiegare il perché questi motivi sono del tutto irrilevanti.
Abbiamo detto che il patto va rispettato in tutte le fasi della gestione del bilancio. Una di queste è la fase di approvazione.
Nell’apposito allegato al bilancio di previsione, approvato con delibera n. 16 del 30.04.2015, si legge testualmente che il patto viene rispettato per €. 2.706,00.
Nel prospetto che riportiamo, si legge che le entrate correnti previste sono di 2.718.813,00 €, le spese correnti sono di 2.614.638 €, con un attivo di parte corrente di 103.675,00 euro. Le entrate per investimenti ammontano a 830.500,00 €, la parte spesa per investimenti ammonta a 709.410,00 €. Il saldo obiettivo previsto per il 2015 per Villa d’Adda era di 222.059,00 €, rispettato per 103.675,00 euro dal saldo positivo di parte corrente e da 121.090,00 € dal saldo positivo di parte in conto capitale. La somma, pari a €. 224.765,00, avrebbe garantito il rispetto per €. 2.706,00.
Già questo delicato equilibrio avrebbe dovuto suggerire un’attenta ed oculata gestione finanziaria finalizzata a scongiurare lo sfondamento.
Vediamo ora di capire dove si è verificato “il buco”. Leggendo i documenti contabili, si rileva che le entrate previste per garantire l’equilibrio sono quelle derivanti da: alienazione immobili comunali per 830.500,00 €, di cui 750.000,00 € per l’alienazione ed 80.500,00 € per oneri di urbanizzazione.
PECCATO CHE NESSUNO SI È POI MAI PIÙ INTERESSATO DI REPERIRE I FAMOSI 750.000,00 EURO DI ENTRATA, CHE AVREBBERO GARANTITO L’EQUILIBRIO.
Dalle nostre ricerche nell’albo pretorio on-line, infatti, risulta che nessuno ha mai attivato la procedura di alienazione, non ci sono delibere, determine o bandi. Il che farebbe supporre anche gravi irregolarità gestionali, perché il Consiglio approva un bilancio e certifica che l’equilibrio si basa su una previsione di entrata che poi non si realizza. Quindi, i casi sono due:
1. il consiglio è stato indotto in errore con previsioni inadeguate;
2. gli organi preposti (sindaco e giunta e consiglieri di maggioranza) non hanno ottemperato ad un loro preciso obbligo: quello di vigilare sul rispetto delle regole contabili.
Che il Sindaco, la Giunta e tutti i consiglieri fossero a conoscenza dei rischi fin dal luglio 2015 e non abbiano fatto nulla per porvi rimedio è dimostrato dalla relazione del revisore allegata alla delibera di verifica degli equilibri di bilancio n. 27 del 26.07.2015.
Nel parere n. 14, che alleghiamo, il 16 luglio 2015 il Revisore del Conto segnalava ed evidenziava al Consiglio Comunale il pericolo di sforamento del patto, indicando come elemento di rischio la mancata alienazione degli immobili comunali, che avrebbe determinato una minore entrata di €. 750.000,00.
Nel parere, vengono evidenziate anche le manovre correttive da mettere in atto, che in sintesi si traducono nel reperire 750.000,00 euro, aumentando le entrate o diminuendo le spese.
A questo monito, Biffi, Cattaneo, Villa, Mazzoleni e Clivati non danno peso. Gli unici che si sono resi conto del problema e del rischio che correvano le casse comunali sono stati Arrigoni e Posa (eletti nella lista El@), Carsaniga e Milesi (eletti nella lista insieme per Villa d’Adda).
Come evidenziato nella relazione del Revisore del Conto, il problema era la sovrastima delle entrate, che non si sarebbero realizzate, contrariamente alle spese.
Questo avrebbe dovuto far suonare un campanello di allarme per porvi rimedio; invece, con presunzione, il Sindaco accusava i consiglieri Arrigoni, Posa, Carsaniga e Milesi di voler strumentalizzare per scopi politici la segnalazione e che tutto era sotto controllo.
Al Consiglio del 28.10.2015, in occasione della delibera n. 39, ancora una volta il Revisore segnalava il rischio, a questo punto ormai certo, di sforamento del patto di stabilità. Nel corso del Consiglio Comunale, su insistenza della Consigliera Arrigoni, emerge che, dalla situazione contabile, a quel tempo la previsione di sforamento si sarebbe aggirata sui 400.000,00 euro.
Anche dopo questo rilievo del revisore, nulla viene fatto.
Sia arriva al dicembre. Nel corso del consiglio Comunale del 19.12.2015, il Sindaco dichiarava pubblicamente che tutto era sotto controllo e che, al massimo, si sarebbe sforato il patto di 5.000,00 euro.
Affermazione rivelatasi, purtroppo, falsa, alla luce di quanto sarebbe successo alla chiusura del conto dopo 15 giorni.
Con il senno di poi e alla luce di tutta la documentazione, sorge spontaneo domandarsi se il Sindaco sapesse di mentire.
Come si può giustificare il comportamento di un personaggio che oggi si vuole candidare di nuovo, nonostante la dimostrata incapacità gestionale, nonostante per mesi sapesse di un problema che sarebbe potuto costare alle tasche dei Villadaddesi più di 400.000,00 euro e che alla fine è costato comunque 65.700,00 euro?
Va precisato che i 219.000,00 Euro effettivi di sforamento sono dovuti alla riduzione degli iniziali 400.000 Euro, realizzatasi con 180.000,00 Euro che i cinque proprietari della cava San Martino hanno versato a fine dicembre 2015, a titolo di acconto degli oneri per la trasformazione della cava.
Qui ci sono precise responsabilità del Sindaco e della Giunta, che sapevano, ma non hanno fatto nulla per porre rimedio o limitare il problema.
È chiaro che non si può giustificare il tutto con fatti contingenti, come la frana in località Porto. E comunque rimane grave affermare che “abbiamo anteposto la cura e conservazione del nostro territorio, all’osservanza di disposizioni assurde”.
SINTESI
Per dimostrare chiaramente il nostro ragionamento, sintetizziamo nella tabella qui di seguito i motivi “matematici” dello sforamento:
Bilancio di Previsione
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Conto consuntivo
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Rig. 1
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Entrate correnti
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2.718.313
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2.715.000
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Rig. 2
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Uscite correnti
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2.614.638
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2.385.000
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Rig. 3 è risultato = Col.1 - Col. 2
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Saldo PARTE CORRENTE
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103.675
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330.000
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Rig. 4
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Entrate conto capitale
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830.500
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450.000
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Rig. 5
|
Uscite conto capitale
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709.410
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884.000
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Rig. 6 è risultato = Col.3 - Col. 4
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Saldo PARTE CONTO CAPITALE
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121.090
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-434.000
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Saldo obiettivo definito dallo Stato
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Obiettivo saldo finanziario stabilito dallo stato
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-115.000,00
|
-115.000,00
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Rig. 7 è risultato della gestione effettiva del bilancio = Rig.3 + Rig.6
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Risultato della gestione bilancio 2015
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224.765,00
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-104.000,00
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Rig. 8 è il risultato tre Rig.7 Saldo obiettivo stabilito dallo Stato
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DIFFERENZA TRA IL RISULTATO NETTO E OBBIETTIVO ANNUALE SALDO FINANZIARIO
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109.765,00
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-219.000,00
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Se positivo o zero: patto rispettato. Se negativo: Patto non rispettato.
Questa è la nuda e cruda legge dei numeri. Come si rileva agevolmente dal prospetto, il patto non è stato rispettato perché non si è tenuta sotto controllo la spesa per gli investimenti. A fronte di una riduzione delle entrate da 830.000,00 a 450.000,00 euro, si è avuto un aumento della spesa da una previsione di 709.000,00 a 884.000,00 Euro.
Nella gestione del bilancio certamente sono stati commessi degli errori, ancor più gravi se si considera i numerosi moniti ricevuti. È stato scorretto accusare chi sollevava il problema di allarmismo inutile, perché forse sarebbe valsa la pena assumere un atteggiamento collaborativo e di dialogo e cercare una soluzione. Ne avrebbe guadagnato la comunità villadaddese e si sarebbe dato un esempio di buona politica, che sa andare oltre le divergenze e i disaccordi e sa fare fronte comune di fronte alle difficoltà.
Forse i membri della nuova El@ dovrebbero riflettere attentamente su queste vicende e domandarsi se condividono o meno atteggiamenti di questo tipo.
La solita Biffonata. Attenzione non si legge bene l'ultima tabella
RispondiElimina....."abbiamo anteposto la cura e conservazione del nostro territorio, all’osservanza di disposizioni assurde”."
RispondiEliminaQuesto è il tipico slogan di gentaglia che non ha mai capito e mai capirà come funziona il sistema amministrativo.
Ancora sono convinti che con il solito detto "ci penso io e sistemo tutto" ogni problema si appiana.
Poveracci....
Credono di essere ancora ai tempi di don Rodrigo e i Bravi!
Vista la competenza degli 11 compagni di viaggio di Biffi e Cattaneo, verificato le loro competenze professionali, rilevata la loro natura tecnica di persone giovani entusiaste e volenterose di migliorare Villa d'Adda mi piacerebbe vedere un loro commento sui fatti citati.
RispondiEliminaAspetta e spera!
EliminaAdesso che non ci sono più i politicanti vediamo se hanno il coraggio di dire la loro, abbiamo sempre una grande possibilità chiederglielo in diretta venerdì. Così valutetemo sul campo il loro valore.
RispondiEliminail lupo perde il pelo ma no il vizio, per i nuovi entrati in El@, o non rompete con chiarimenti e diligentemente alzate la manina perché lo dice Biffi e Cattaneo oppure sarete invitati a lasciare il posto ad un altro. Meditate!!!!
RispondiEliminaA Vienna vendono le Palle di Mozart a Villa d'Adda quelle di .........
RispondiEliminaC'è un'enorme differenza però.
EliminaQuelle di Mozart sono piccolette.
Quelle loro son più grosse delle palle di cannone.
dal sito del comune risulta che la variante al pgt è passata, esiste un documento che dica il contrario
Eliminama avete visto il nuovo debito fuori bilancio? quasi 300 mila euro, qualcuno ci da luce? il revisore dice di valutare attentamente e compiere le verifiche necessarie ad accertare eventuali responsabilità affinché siano effettuate le conseguenti azioni di rivalsa. Cosa ci dite?
RispondiEliminaGentile lettore,la invitiamo a leggere il post pubblicato oggi(https://vaivilladadda.blogspot.it/2017/05/nuova-stazione-ecologia-inagibile-ecco.htm78.)
EliminaTroverà risposte esaurienti al suo quesito.