Se l’articolo, caro professore, ha fatto rumore ancor di più un like, un mi piace, inserito sotto il post sulla pagina Facebook: sei di Villa d’Adda se anche tu… Una inaspettata approvazione nientepopodimeno che dal Sindaco, Gianfranco Biffi! Oh Signur, cosa l’è sucedit? Il Sindaco in persona che clicca “mi piace” in un post che mette alla berlina il suo consigliere preferito? Forse converrebbe scrivere: fino ad ieri preferito e qualcosa ha iniziato a scricchiolare nel rapporto tra i due. Seppure distanti anni luce dal modo pittoresco ed al limite della legalità come la richiesta della Corte dei Conti di risarcire il Comune per l’acquisto di Casa Clapis sta a dimostrare, oltreché non aver rispettato il pareggio di bilancio nella precedente legislatura per il quale il comune venne commissariato ed altre mille e mille leggerezze ancora inammissibili per un sindaco, riconosciamo, al Biffi, l’abilità di saper interpretare i cittadini. Altrimenti non avrebbe vinto due elezioni, bisogna dirlo. Evidentemente il fare arrogante dimostrato dal prof verso i villadaddesi non va più a genio neppure al Biffi. Nel frattempo e nella speranza che gli elettori s’avvedano constatiamo la presa di posizione del sindaco contro il suo consigliere, attendiamo gli eventi già conoscendo il modus operandi del capo del comune: da carta bianca a carta grigia, da grigia a marrone, da marrone al tritacarte. Il professore, a quale colore sarà arrivato? Comunque sia pare strano tutto ciò, vero: è già successo con Antonio Posa, Martina Arrigoni, recentemente con Cosimo Bugliari. Tutti allontanati per non aver assecondato il capo ma con il professore è diverso. Tra le varie espressioni del soggetto, dall’arroganza all’altezzosità, ben sappiamo che, di fronte al capo, più che di lettere ricorda un prof di geometria. Mettendosi a 90 gradi.
Pasquino.
PS: in un commento sui social, sotto l’approvazione festante del Biffi, leggo che il post è stato apostrofato come razzista nei confronti dei napoletani. Macchè! Riconosco Napoli come meraviglia e culla della cultura mondiale, ma non è un mistero che, Napoli, nelle sue contradizioni è anche la patria del tarocco. Come l’articolo “affitta quadri per cena”, del professore. In questo caso, i quadri, non saranno tarocchi ma l’idea fa ridere ugualmente. La cultura è cultura, non palliativi ridicoli.
Pasquino