di Jolanda Barera,,Corriere della sera.
A guardarsi in giro sembrerebbe impossibile, ma il mondo della distribuzione ricerca personale. Malgrado nel complesso i consumi continuino a calare, i negozi a chiudere (secondo Confesercenti nel 2014 le aperture sono state 23mila, ma oltre il doppio le chiusure) e le persone a perdere il posto, Page Personnel, una delle società più note in ambito ricerca e selezione di impiegati e giovani professionisti qualificati, nell’ultimo anno ha visto crescere del 30% la richiesta dei “profili commerciali”.
Attenzione però, non parliamo dei commessi “tradizionali”. Il retail è profondamente cambiato in questi anni. Non solo per la crisi. “Zara è stata la prima svolta” come sottolinea Fabrizio Travaglini, executive director della società.
E quello che è successo dopo o contemporaneamente è sotto gli occhi di qualunque amante dello shopping: il piccolo imprenditore multimarca si è trovato a competere con multinazionali, vetrine online, grandi outlet, temporary store & co e la carriera del commesso si è trasformata di conseguenza.
Il risultato è che oggi c’è più mobilità, si cresce all’interno del negozio, si cambia per un competitor o, addirittura, per un altro comparto: un percorso più personalizzante, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. E a livello di posti di lavoro?
La richiesta c’è, anzi è aumentata negli ultimi mesi secondo Page Personnel, ma è concentrata nella fetta del lusso (che sia moda o food), dove i turisti stranieri fanno la differenza e la prospettiva dell’Expo aiuta.
A ricercare addetti alla vendita sono, infatti, le boutique del quadrilatero della moda di Milano, di Venezia, Firenze e Roma, insieme agli shop tax free di aeroporti e grandi stazioni.
Ma soprattutto gli outlet del lusso, contenitori di centinaia di negozi (dove lavorano migliaia di persone) presi sempre più di mira da “consumatori” cinesi, giapponesi e arabi e un po’ meno (rispetto al passato) russi. Queste strutture cercano sì commessi, ma commessi specializzati.
“Con spiccate doti commerciali, conoscenza dell’inglese e di almeno un’altra lingua straniera, meglio se cinese o giapponese, oppure russo (ma è meno richiesto di un tempo) o arabo” spiega Travaglini.
Persone con queste caratteristiche arrivano a guadagnare anche oltre 30mila euro all’anno, ma sono difficili da trovare non solo per la specializzazione necessaria: “E’ un lavoro molto faticoso – aggiunge, infatti, l’esperto – che comporta essere occupati anche nei weekend, orari lunghi e, visto che gli outlet sono fuori dalle città, uscire presto di mattino e rientrare tardi la sera”.
Lo stesso discorso, con le dovute differenze ovviamente, vale sempre in quest’ambito per gli store manager (i responsabili della gestione dei punti vendita).
Si tratta di profili ricercatissimi, come pure, passando dalla distribuzione alla produzione, sarti, modellisti e prototipisti. Sono tutte professionalità non facili da trovare e, come sottolinea Page Personnel, con buone retribuzioni: chi ha esperienza supera i 35mila euro all’anno
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