I ragazzi disabili sono fioristi (bravi)
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Sono queste le prime parole della nostra Costituzione e qualcuno cerca ogni giorno di garantire questo diritto a chi da solo non potrebbe farlo. Stiamo parlando di ragazzi disabili, della loro difficoltà ad entrare (e rimanere) nell’ambiente lavorativo e professionale, e di chi si spende perché le cose cambino.
Partiamo dai numeri. Ad oggi, le persone affette da un qualche tipo di disabilità che dichiarano di lavorare sono circa il 16 percento su 676.775 iscritti alle liste di collocamento mirato dell’anno 2013. Ad aggravare la situazione, il fatto che, sempre nel 2013, è stato raggiunto il picco minimo di assunzioni annue, con un migliaio in meno di persone rispetto all’anno precedente (18.295 contro 19mila). Nulla di buono, insomma.
Che cos’è Chopin. Per fortuna, a smorzare dati tanto preoccupanti, ci sono le cooperative sociali. Ne abbiamo scelta una per raccontarle tutte, e siamo andati a Villa d’Adda, nella sede del Progetto Chopin-Diversamente impresa. La cooperativa nasce nel 2009-2010, quando alcuni genitori di ragazzi disabili decidono una volta per tutte di dare un futuro ai propri figli: da qui nasce l’idea di creare un luogo dove i ragazzi disabili possano cresce, a livello educativo e di competenze professionali, così da costruirsi una propria autonomia, personale e lavorativa.
Da Chopin nulla è stato lasciato al caso. La cooperativa ha ricostruito con dovizia e dedizione l’intera filiera di un fioraio, dalla coltivazione delle piantine in serra fino alla vendita in negozio. Il che significa che, nella struttura, a disposizione dei ragazzi c’è un’ampia gamma di lavori, così da poter incontrare le peculiarità di ognuno. L’obiettivo di questo progetto non è infatti quello di dare semplicemente un’opportunità di svago o un modo qualunque per passare il tempo. Ai ragazzi non vengono affidati compiti inutili né semplificati: si propone un lavoro vero e proprio, e ben definito. Sfruttando così incarichi mirati, i due referenti scientifici, i volontari e gli educatori che lavorano per Chopin riescono a far sviluppare ai singoli delle capacità non solo di tipo tecnico ma anche di autodeterminazione personale e sociale, in un continuo miglioramento della propria autonomia [Per vedere i ragazzi all’opera, qui].
I due negozi, come i fioristi veri. Queste le radici del progetto. E se le radici sono buone, l’albero cresce in fretta. Così, a gennaio 2011, l’ideatore del progetto, con l’aiuto dell’ Associazione Italiana Genitori (AGE) e anche grazie alla partnership con la cooperativa Lavorare Insieme, dà vita al primo fioraio con serra adiacente. Attualmente, grazie all’impegno di tutti i volontari, ma soprattutto dei ragazzi, è stato possibile aprire un ulteriore negozio a Brembate, a 20 minuti dalla prima sede dell’associazione. Proprio come i fioristi, i due negozi sono aperti cinque giorni la settimana dal martedì al sabato e le giornate sono divise in due turni, uno mattutino e uno pomeridiano, che vedono impegnati rispettivamente quattro ragazzi per ogni turno e alcuni addetti alla serra. Come ogni fiorista che si rispetti, poi, il negozio fornisce, oltre a una discreta varietà di piante e fiori, anche composizioni dedicate a ricorrenze particolari, come matrimoni, battesimi e lauree, dove i ragazzi sfruttano la loro fantasia per dar vita a veri e propri capolavori di ottima fattura.
La cooperativa riesce, attraverso i propri prodotti e grazie anche alle donazioni di alcuni sostenitori esterni, ad autofinanziarsi, non senza qualche difficoltà. I fondatori si augurano naturalmente che un domani siano gli stessi ragazzi a portare avanti il progetto.
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