E' giusto iniziare presto. Ma i genitori non bastano da soli, deve pensarci anche la scuola
Istruzioni chiare per il (buon) uso del denaro possono sempre salvare qualcuno. Ma averle in tasca fin da piccoli può significare molto da qui al futuro. L’educazione finanziaria, vale a dire l’insegnamento dei principi basilari su cui poggia il sistema economico in cui viviamo (ci piaccia o meno), sta diventando una materia degna di un posto tra la storia, la geografia, la matematica fin dalle elementari.
Fa capolino accanto ai i programmi scolastici con le iniziative della Fondazione educazione finanziaria e al risparmio. Emerge tra le mille iniziative di Expo 2015, che offre laboratori ai più giovani durante le vacanze estive. Come «Price Discovery Food» (età consigliata 10-13 anni), organizzato dal Museo del Risparmio di Torino e concepito per far riflettere i ragazzi sui meccanismi che formano il prezzo del cibo che mangiamo. Andrea Beltratti — presidente della Fondazione ora impegnata a coordinare un piano nazionale per mappare tutti i programmi di educazione finanziaria di oltre 500 enti pubblici e privati — è anche il fondatore del Museo del Risparmio, il presidente di Eurizon Capital sgr(IntesaSanpaolo), un professore dell’Università Bocconi e un padre. «Ha senso iniziare molto presto ad affrontare il tema del denaro», dice Beltratti.
Ci sono elementi economici in alcuni giochi dei bambini. Quando si scambiano le figurine (lo fanno ancora, anche se sono nativi digitali) capiscono che quella rara vale più di una che si trova molto spesso nelle bustine. «E quindi — spiega il professore — senza bisogno di lezioni accademiche hanno già un’idea di che cosa è un prezzo relativo».
Se aiutano in casa in cambio di qualche soldo, sperimentano che lavorando si può accumulare un reddito e se non spendono tutti i soldi hanno l’idea del risparmio. «Ricordo mia madre che segnava ogni uscita monetaria su un quaderno: avevo intuito che cosa era un bilancio famigliare e come si poteva controllare la spesa. Molto si può fare anche con le cose semplici e un primo ruolo fondamentale spetta alla famiglia», spiega ancora. Un ampio dibattito è sempre aperto tra educatori e psicologi sull’opportunità di dare la paghetta. «Sono favorevole — dice Beltratti —. Aiuta ad acquisire una prospettiva temporale sull’uso delle risorse. Dico ai miei figli che, a fine anno, raddoppierò tutta la parte di paghetta annua non consumata, in modo da fare capire loro che si può rinunciare a qualcosa oggi per poter consumare potenzialmente di più domani».
A che età dovrebbe cominciare l’educazione sistematica al buon uso del denaro? «Quando arriva la fata del dentino», risponde Annamaria Lusardi, professoressa di economia alla George Washington University School of Business e direttore del Global Financial Literacy Excellence Center. Lusardi, italiana di nascita, è tra i massimi esperti mondiali di alfabetizzazione finanziaria ed è stata consulente per queste tematiche del Tesoro americano, durante il primo mandato del presidente Barack Obama. «Quando i bambini cominciano a ricevere soldi o a parlarne è il tempo giusto. Iniziando da piccoli a leggere le fiabe si arriva da grandi ad affrontare Guerra e Pace . I paesi con i migliori programmi di educazione finanziaria, che sono Nuova Zelanda, Australia e Regno Unito, curano l’insegnamento di questi argomenti sin dalle scuole elementari».
Per Lusardi è importante agire anche nelle scuole perché «non si impara tutto quello che serve sapere di finanza semplicemente guardando il mondo attorno a noi o ascoltando gli altri, inclusi i genitori». La materia è diventata sufficientemente complessa: «In genere non impariamo la fisica o Shakespeare dai nostri genitori. I dati Ocse dimostrano che anche nei paesi con un Prodotto interno lordo pro capite elevato, gli studenti non hanno buone conoscenze finanziarie. «Insegno educazione finanziaria. Ai ragazzi piace, ma non bisognerebbe aspettare l’Università». Certo nel tempo ci si può specializzare e non tutti devono farlo. Nessuno però, oggi, dovrebbe rimanere un analfabeta finanziario.
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