Via libera del governo al 730 precompilato
Arriverà a casa a 20 milioni di persone tra lavoratori dipendenti e pensionati
da LA STAMPA.
Il Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti ha stabilito che, dal prossimo 3 novembre, scatterà l’obbligo di richiedere l’aggiornamento della carta di circolazione di tutti quei veicoli che sono nella disponibilità di un soggetto diverso dall’intestatario per periodi superiori a 30 giorni. Chi non provvederà all’aggiornamento rischierà una sanzione economica di almeno 705 euro fino al ritiro della carta di circolazione.
Il provvedimento, citato nella circolare del Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti. n.15513 del 10 luglio 2014, è rivolto soprattutto a quelle vetture intestate temporaneamente a titolo di comodato, nei casi di locazione senza conducente e di locazione senza conducente di veicoli da destinare ai corpi di polizia locale, nei casi di intestazione di veicoli di proprietà di soggetti incapaci di agire o di trust. In tal caso il soggetto interessato (l’avente causa) deve richiedere all’ufficio del Dipartimento per i trasporti l’aggiornamento della carta di circolazione.
L’obbligo di richiesta di aggiornamento riguarda gli atti posti in essere a partire dal 3 novembre 2014 e solo da quella data scatteranno le sanzioni nei confronti dell’avente causa. Nessun obbligo, quindi, per quei soggetti che hanno posto in essere un atto prima del 3 novembre, per cui la registrazione resta facoltativa. Inoltre, come già previsto dal Dm, il comodato non va registrato se ne beneficia un familiare convivente dell’intestatario.
Per quanto concerne le flotte aziendali si può fare istanza cumulativa con un unico modello TT2120 versando una sola imposta di bollo (16 euro), ma le carte di circolazione vanno aggiornate singolarmente: si dovranno pagare i diritti di motorizzazione (9 euro) per quanti sono i libretti da aggiornare
Il gruppo Antincendio Lombardia in collaborazione con:
Per capire il problema, come spesso accade in questi casi, è meglio affidarsi ai numeri. Si tratta di lavoratori che guadagnavano dai 150 ai 300 mila euro l’anno ai quali la legge impone un taglio con gradazioni a salire del 6%, 12% e 18%. Concretizzando, chi prendeva 10 mila euro di pensione dovrà perderne 600, chi 14.800 ne avrà 12.700 e via su questi livelli siderali di assegno di quiescenza. I più ricchi, invece di ricevere in busta 25 mila euro al mese, ne riceveranno 20.500. Avviso ai naviganti: non siamo impazziti, le cifre sono queste.
Le decurtazioni sono minime per quegli standard retributivi, ma gli ex dipendenti di Montecitorio sono in rivolta al grido : «Il versamento di solidarietà è illegittimo». All’ufficio preposto sono già arrivati duecento ricorsi contro il provvedimento. Da anni sosteniamo che la crisi si è fermata a Orte (diceva Flaiano, O Roma o Orte) e comunque davanti ai portoni dei palazzi del potere, dove la pubblica amministrazione è anche più casta della politica che la ingrassa. Entro una settimana la Commissione giurisdizionale per il personale dovrà giudicare i ricorsi. Speriamo che non li accolga, sarebbe uno schiaffo in faccia a milioni di italiani che tirano la cinghia da sette anni, sulle spalle dei quali poggia l’intero scricchiolante Paese. Sul tema credo non ci sia niente altro da dire, ma ancora tanto da fare.
Da l'Eco di Bergamo.
Altri 12 mesi per il bonus su mobili e grandi elettrodomestici. Il disegno della legge di stabilità - approvato mercoledì dal Consiglio dei ministri - contiene la proroga per tutto il 2015 della detrazione del 50% sull’acquisto degli arredi, oltre alla conferma annunciata degli incentivi fiscali per l’efficienza energetica (65%) e per le ristrutturazioni (50%). Il prolungamento del bonus, chiesto più volte nelle scorse settimane dalle imprese del settore, non era tra le misure annunciate alla vigilia.
La nuova scadenza. La detrazione sull’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici viene prorogata fino al 31 dicembre 2015 senza alcuna modifica della sua disciplina. Continuerà a essere pari al 50%, diviso in 10 rate annuali e calcolato su una spesa massima di 10mila euro. Resta anche in vincolo di abbinare la detrazione sui mobili a quella sulle ristrutturazioni edilizie per un intervento che sia - come minimo - di manutenzione straordinaria. Ad esempio, chi rifà il bagno di casa e spende 8mila euro per arredare lo stesso bagno e la cucina, ha diritto a uno sconto dalle imposte di 400 euro all’anno per dieci anni.
Mobili e recupero edilizio. L’unica precisazione conteuta nel Ddl del Governo è che le spese per i mobili sono conteggiate «indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione». Un inciso che si presta a una doppia lettura (ma in entrambi i casi non è una novità): da un lato, i 10mila euro di spesa massima per i mobili non vanno a decurtare il plafond di 96mila euro per il recupero edilizio; dall’altro, per i mobili si può spendere anche una cifra superiore a quella investita per i lavori edilizi. Vedi le cinque mosse per non sbagliare con il bonus.
I riflessi sulla filiera. La proroga del bonus mobili era stata fortemente voluta dalle imprese italiane dell’arredo che poche settimane fa hanno calcolato per il periodo 2013-2014 (ovvero dall'entrata in vigore della misura sino alla fine di quest’anno) una spesa complessiva collegata al bonus per a 1,9 miliardi, che si è tradotta in 10mila posti di lavoro «salvati» nella filiera. «Dalle parole ai fatti, dai fatti alle certezze». Ha commentato così nel pomeriggio FederlegnoArredo la conferma del bonus mobili anche per il 2015. Decisione che, dice il presidente Roberto Snaidero, «garantirà alle imprese italiane del settore un sostegno fondamentale per continuare a investire sul nostro territorio, vero elemento distintivo che ha portato il made in Italy ai livelli qualitativi che il mondo ci invidia. Sono certo che l'attenzione dimostrata dall'Esecutivo verrà confermata dalle Camere nei prossimi passaggi parlamentari», conclude il presidente di FederlegnoArredo. Con una nota, Snaidero ringrazia «a nome delle imprese» il Governo ed in particolare il premier Renzi ed i ministri Guidi e Lupi «per aver creduto fino in fondo in quello che si è rivelato uno degli strumenti di politica industriale tra i più efficaci degli ultimi anni».
Da Il Sole 24ore.
In questi giorni ci siamo imbattuti in alcune notizie di cronaca che ci hanno fatto riflettere sul modo di fare politica che, nonostante gli scandali di tangentopoli, continua a caratterizzare l'azione amministrativa di certi sindaci ed assessori.
Ecco la notizia di cronaca.
Il primo cittadino del Comune nebroideo è accusato anche di aver minacciato una impiegata di ritorsioni personali.Il gip del tribunale di Patti, nel messinese, ha rinviato a giudizio il sindaco del Comune di Floresta, Sebastiano Marzullo, suo fratello Carmelo, il responsabile dell'area tecnica comunale, geom. Francesco Spitaleri, e Salvatore Stroscio. Sono accusati a vario titolo di peculato d'uso in concorso, per aver utilizzato a fini personali e privati buoni benzina intestati al Comune di Floresta.L'indagine riguarda l'uso dei buoni di benzina del Comune di Floresta, utilizzati in modo improprio. Il sindaco, avendone disponibilità, secondo l'accusa, avrebbe consegnato i buoni a persone di fiducia per prelevare carburante da usare per mezzi non di proprietà comunale. L'inchiesta riguarda il periodo compreso tra il 2009 ed il 2011 e per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi sui reati commessi dagli indagati.In particolare, il geometra Spitaleri, responsabile dell'area tecnica del Comune, dovrà rispondere di concorso in peculato per aver firmato le delibere di pagamento delle fatture dei buoni carburante; il fratello del Sindaco, Carmelo Marzullo, avrebbe utilizzato un buono benzina, per rifornire un furgone di sua proprietà; Anche Salvatore Stroscio è accusato di avere utilizzato i buoni carburante per uso privato.L'accusa sostiene, inoltre, che il Sindaco Sebastiano Marzullo costrinse, sotto minaccia di provvedimenti, un'impiegata comunale a registrare falsi protocolli. La donna, che si è costituita parte civile nei confronti del primo cittadino, dovrà rispondere di falso ideologico."Il fatto appare inquietante perchè non si riesce a capire come si possa, nel 2014 ,avere a che fare con personaggi di scarsa moralità che sfruttano la loro posizione dominante per il per il proprio interesse.Purtroppo fatti di questo tipo non sono isolati ma sempre di più popolano le cronache locali.C'è solo da sperare che il vizietto non contagi anche altri amministratori.
L'Amministrazione comunale intende rendere coerente il vigente PGT con le nuove linee programmatiche che promuoveranno l'iniziativa amministrativa nel prossimo quinquennio.
Si avvisa che possono essere presentati suggerimenti e proposte.
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